Summer of resistance 2009 – Appello alla mobilitazione

Contro la NATO, il G20, il G8, Frontex e il “Programma di Stoccolma”!
Abbattere le architetture securitarie europee!

A partire dalla fine dell’ ultimo millennio, é in atto in Europa una
conversione dell’ “architettura securitaria” – giá assogettata a un’
ulteriore accelerazione con gli attentati dell’ 11 Settembre 2001.
Fenomeni visibili ad essa riconducibili sono, per esempio, l’ intreccio
delle politiche per la sicurezza esterne ed interne, il lavoro di
squadra di istituzioni giudiziarie e servizi segreti e la
semplificazione delle modalitá per lo scambio di informazioni.

Sul piano tecnico ci troviamo a confronto con nuovi tipi di
telecamere per la videosorveglianza, con il monitoraggio satellitare,
la biometria, le drone, i software per la ricerca intelligente in
banche dati e con nuove reti a banda larga per la gestione dell’
immenso flusso di informazioni.

Sono stati inoltre creati nuovi istituti e nuove istituzioni, fra
cui l’ “Autoritá di Polizia Europea” Europol, l’ Accademia di Polizia CEPOL,
l’ “Agenzia di Frontiera” Frontex o la “Commissione per la
collaborazione operativa” di tutte le istituzioni di polizia dell’ UE,
con tanto di sala operativa di intelligence.

Su iniziativa di Michèle Alliot-Marie – oggi Minstro degli Interni
francese, allora Ministro degli Esteri – nel 2004 fu istituita la
“Gendarmeria Europea” (FGE). La FGE
ha il compito di salvaguardare l’ ordine pubblico in zone di crisi, di
svolgere ativitá antisommossa, di raccogliere informazioni a livello di
intelligence, e di proteggere il patrimonio.

L’ industria della sicurezza dovrebbe essere uno dei pochi settori
che trae enormi profitti dall’ attuale crisi del capitalismo e dalle
lotte da questa risultanti.

Le polizie d’ Europa si preparano alle contestazioni e alla
resistenza contro gli effetti della crisi. Persino il presidente del
fondo Monetario internazionale (FMI) ammette
che é prevedibile, in futuro, un incremento delle sollevazioni. Le
istituzioni degli “Stati leader dell’ economia” sono costrette a
riorganizzarsi. Sul campo di questa riorganizzazione, i “vertici” della
Nato, del G8 de del G20 di quest’ anno sono di centrale importanza.
Tematiche quali il clima, le migrazioni o l’ agricoltura vengono
trattati in un’ ottica securitaria che considera gli stessi come
fattori di rischio minaccianti gli “standard di vita occidentali”.

All’ interno dell’ UE sono in atto mutamenti della politica interna, i cui effetti attualmente sono inimmaginabili.

I Ministri degli interni e di Giustizia dell’ UE emettono ogni
cinque anni nuove Direttive per una politica interna comunitaria. Il
contenuto del “Programma di Tampere”, emanato nel 1999 sotto presidenza
finlandese, era incentrato soprattutto sul “controllo dei flussi
migratori”. Unitamente alla valorizzazione dell’ Autoritá di Polizia
Europol, fu decisa l’ istituzione di una “Task-Force dei Capi di
Polizia Europei”, che si occupa di “terrorismo internazionale” e di
“attivismo politico violento”.

Con il “Programma dell’ Aia”, nel 2004 furono presi accordi per la
creazione di uno “spazio di giustizia, libertà e sicurezza”. Un’ altra
volta ancora vennero decisi inasprimenti delle politiche sulle
migrazioni, fra cui l’ allestimento dell’ “Agenzia di frontiera”
Frontex e l’ intercettazione di migranti giá nei paesi di provenienza.
Il “Programma dell’ Aia” mise in primo piano la “lotta al terorismo”.
Da allora, sul piano dello scambio di informazioni, valse il “principio
della disponibilitá”.

Le direttive del 2004 vengono giá applicate da diversi stati dell’
UE: unificazione delle legislazioni sul terrorismo, data retention,
ingrandimento e potenziamento di banche dati giá esistenti e accesso
congiunto alle stesse, cooperazioni di polizia transfrontaliere, per
esempio in occasione di eventi sportivi o di contestazioni politiche di
massa, “border managenent”, rilievi dattiloscopici in concomitanza di
richieste di visto per l’ Europa, identificatori biometrici sui nuovi
documenti d’ identitá a partire dal 2009, potenziamento della ricerca
nel campo della sicurezza, polizia all’ estero, ecc.

Il “Programma dell’ Aia” volge al termine – un nuovo programma sará
deciso nell’ autunno del 2009 a Stoccolma sotto presidenza europea
svedese.

Durante la presidenza tedesca nel 2007, insieme all’ allora
Commissario per gli Affari Interni UE Franco Frattini, il ministro
degli Interni tedesco Wolfgang Schäuble creó il “Future Group”. Questo
“Future Group” si autodefinisce come “gremio informale” dei ministri
degli interni europei, che elabora linee guida per la politica interna
europea. In vista del varo del “programma di Stoccolma”, il “Future
Group” ha presentato un elenco di preferenze per "le cooperrazioni di
polizia, la lotta al terrorismo, la gestione di missioni in stati
terzi, la migrazione e l’ asilo, il “border management”, la protezione
civile, nuove tecnologie e reti d’ informazione". Fra le prioritá,
figurano il “mantenimento del modello europeo”, il “superamento delle
crescenti interdipendenze fra sicurezza interna ed esterna” e la
garanzia del “miglior passaggio di dati possibile all’ interno di reti
estese in tutto l’ ambito europeo”.

Le misure il cui varo é previsto a Stoccolma, si faranno sentire
solo nel giro di alcuni anni con la loro ratifica da parte degli stati
membri. In gioco sono cambiamenti dai risvolti molto seri: allestimento
e unificazione di banche dati poliziesche, un registro centrale della
popolazione, “perquisizioni online transfrontaliere”, piú controllo
dell’ internet, un monitoraggio satellitare piú avanzato, “analisi di
rischio” mediante software appositi, “frontiere elettroniche” e
“giustizia elettronica”, aerei e voli comunitari per le espulsioni,
nuovi lager per migranti in “paesi terzi”, impiego dell’ esercito nel
contrasto alle migrazioni, piú interventi di polizia al di fuori dell’
UE, estensione della forza paramilitare di “Gendarmeria Europea”,
potenziamento della collaborazione dei servizi segreti civili e
militari, ecc.

Ció a cui si mira, é una sorta di NATO per
le questioni di “politica interna”, con l’ istituzione, nel 2014, di
una “Cooperazione euro-atlantica per la giustizia, la sicurezza e la
libertá”.

Anche all’ interno della NATO, alla
politica interna europea viene commisurato un ruolo portante. Da un
lato, viene lanciato un numero sempre piú alto di missioni di polizia
in “stati terzi”, ove queste svolgono compiti di tipo militare, sedando
sommosse e addestrando polizie locali. Dall’ altro, gli strateghi della
NATO rilanciano volentieri ai ministri degli
interni europei, sottolineando l’ importanza di una “homeland security”
europea, senza la quale una “difesa forte” verso l’ estero non sarebbe
possibile. La NATO si vede come garante per
la sicurezza di “infrastrutture critiche” (per esempio, quelle legate
all’ energia, ai traporti, alle comunicazioni) negli degli stati membri.

Il documento strategico ""Towards a Grand Strategy for an Uncertain
World", redatto da cinque ex-generali radicati nell’ industria bellica,
invoca il potenziamento della “collaborazione civil-militare”. Come
“elementi civili” vengono classificati ad esempio le polizie, i servizi
segreti, la ricerca, le accademie, la protezione civile, ma anche l’
industria bellica privata. La NATO intende appoggiarsi in particolare alla “gendarmeria Europea”.

Con la “collaborazione civil-militare” si inasprisce anche la
miltarizzazione dei conflitti sociali sull’ onda di una corsa “interna”
agli armementi e di nuove leggi antiterrorismo.

L’ ex commissario europeo per gli “Justice and Home Affairs”, Franco
Frattini, dopo le elezioni italiane del 2008, passó al gabinetto
Berlusconi. Come nuovo ministro degli esteri, egli si dedica ora al G8
sull’ isola di La Maddalena. Frattini vede nella “giustizia” uno dei
profili centrali della nuova configurazione di competenze del G8:
“L’Europa può diventare produttrice e non solo consumatrice di
sicurezza. Ue e Nato, però, devono integrarsi, non sovrapporsi.
Riprenderemo questo ragionamento all’interno del G8”. L’ Italia sta
varando dei pacchetti sicurezza contenenti pesantissimi inasprimenti
per i migranti. Dopo l’ erogazione di aiuti finanziari dell’ UE alla
Libia per il respingimento di migranti, anche l’ Italia ha firmato un
patto di cooperazione. Il consorzio Finmeccanica fornisce le
motovedette, il Ministero degli Interni si rallegra della prospettiva
di un “azzeramento” degli ingressi di clandestini. All’ inizio del
2009, Frattini ha visitato l’ Angola, la Sierra Leone, il Senegal e la
Nigeria, per negoziare “accordi per il rimpatrio” di migranti, l’
allestimento di centri di detenzione, e l’ introduzione di documenti di
identitá non falsificabili. Si tratta di sicurezza sul campo delle
fonti energetiche, e della realizzazione della stessa a mezzo di
polizia: in cambio, Frattini concede ai paesi africani, di ottenere
udienza el G8, per “favorire il dialogo fra Paesi produttori e paesi
consumatori di Petrolio”. Al seguito di Frattini viaggiava il capo
della polizia italiano, che ha immediatamente avviato la realizzazione
di nuovi accordi su addestramenti e cooperazioni di polizia.

In conseguenza del crollo del capitalismo globale, si prevede un
moltiplicarsi di sollevazioni in tutte le parti del mondo. Con le
recenti rivolte in Grecia, Islanda, Svezia, Lituania, Lettonia,
Bulgaria, Francia, Guadalupe e Lampedusa, l’ UE si é rivelata come
teatro diretto di forti conflitti e lotte militanti. Le misure
concertate in numerose direttive e in vari accordi bilaterali e
trattati degli ultimi anni, vengono giá da tempo applicate nel
contrasto alle realtá di resistenza anticapitalista; iniziative e
movimenti radicali vengono sommersi da indagini e procedimenti per
“terrorismo”. Sono attivi “gruppi misti d’ indagine” coaudiuvati da
Europol, che indagano le reti internazionali. Con l’ aiuto di manuali e
di banche dati relativi ai “troublemaker”, si vuole ottenere il
controllo sulle contestazioni in occasione di grandi eventi.

L’ opposizione all’ incremento della sorveglianza e del controllo,
alla repressione e alla sedazione di sollevazioni, rimangono ancora
troppo spesso ingabbiati in contesti nazionali.

Per questo lanciamo un appello per una mobilitazione
transfrontaliera che porti avanti la costruzione di lotte
transnazionali contro le “architetture securitarie”, non importa se
contro la NATO, contro il G8 o contro le iniziative dell’ UE. Noi vediamo la giornata di iniziative contro il vertice NATO come l’ inizio di una campagna per un “Summer of resistance 2009” contro il “regime securitario globale”:

  • Dal 1° al 5 Aprile | Francia/Germania | Vertive NATO a Strasborg, Baden-Baden e Kehl
  • Dall’ 8 al 10 Luglio | Italia | Vertice G8 | La Madalena
  • Dal 25 al 30 Agosto | Grecia | no border camp | Lesbos
  • Novembre o Dicembre | Svezia | Vertice dei ministri degli interni UE | Stoccolma

Abbattere l’ architettura securitaria europea!

¡No Pasarán! France | Gipfelsoli | Dissent! France | NoLager Bremen
| Resistance des deux rives / Widerstand der zwei Ufer | transact | six
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